Cinema, TV

Polemica al Golden Globe di Evan Peters: “Hollywood continua a lucrare sul dolore delle vittime”. Parla la madre di una delle vittime di Dahmer

Nuove polemiche sulla miniserie Netflix basata su Jeffrey Dahmer, rilasciata il 21 settembre e diventata in breve tempo la prima nella classifica delle serie tv più guardate del momento sulla piattaforma.

Evan Peters, protagonista e interprete del serial killer che ha terrorizzato il Wisconsin a cavallo degli anni 80-90, ha recentemente ricevuto il Golden Globe come miglior attore protagonista in una miniserie e questo recente avvenimento ha scatenato dissenso da Shirley Hughes, madre di una delle 17 vittime di Dahmer. 

“Ci sono troppe persone malate di mente al mondo, e il fatto che degli attori vincano dei premi interpretando degli assassini tiene viva l’ossessione, fa sì che queste persone credano che possono ottenere notorietà. È una vergogna il fatto che qualcuno possa prendere questa tragedia e guadagnarci su. Le vittime non vedono mai un centesimo. Ecco come ci sentiamo in questi giorni. Evan avrebbe dovuto sfruttare il suo discorso di ringraziamento per nominare le famiglie che ancora soffrono per i suoi crimini, o per chiedere che Hollywood smetta di raccontare storie che glorificano i serial killer”, afferma Shirley.

Numerosi altri parenti delle vittime sostengono la madre di Tony, e si sono lamentati a loro volta del fatto che lo spettacolo sia stato fatto solo per soldi, senza nemmeno consultare i diretti interessati e puntando anche il dito sulle inaccuratezze della serie televisiva, sostenendo che faccia profitto su una delle tragedie più grandi degli ultimi anni, da cui loro non si sono ancora ripresi. 

Evan Peters nel suo discorso ha condiviso “quanto sia stato difficile interpretare il personaggio di Dahmer” e conclude dicendo che spera che qualcosa di buono venga tratto dalla sua serie, ma, come già è stato ribadito dai familiari coinvolti nei crudeli eventi causati dal serial killer del Wisconsin, dalla serie può venire solo il dolore di vedere ripetere quelle scene.

Chiara Caselli

Supernews

ARTE – Artemisia Gentileschi

“Mostrerò cosa può fare una donna” così diceva Artemisia Gentileschi, figlia d’arte, nata a Roma nel 1593. 

È stata una delle prime donne che si è affermata nel mondo della pittura,  circondata da pittori importanti ma del sesso opposto.  

Non deve essere stato facile cercare di diventare qualcuno in un mondo  che non permetteva alle donne di frequentare scuole d’arte.  Ma lei ci riuscì lottando. 

La sua pittura viene associata alla pittura di Caravaggio, scuola  caravaggesca per la precisione. I suoi quadri avevano quel non so che di  teatrale come se ci fosse un faro che con l’occhio di bue illuminasse la  scena, come si fa a teatro. Tutte le sue opere erano cariche di  drammaticità, pathos e di espressività.  

La sua passione per l’arte è stata trasmessagli dal padre, Orazio. Un  pittore toscano. 

Fino all’età di 17 anni ebbe una vita tranquilla ma, in quell’anno accade  un fatto che le cambierà per sempre la vita. Verrà violentata da un amico  di Orazio, il quale non denunciò subito l’accaduto in quanto lui, le  propose un matrimonio riparatore, unico modo in quell’epoca per  restituire dignità ad una donna violata. 

Ma, si scoprì che lui era già sposato e così fu costretta a denunciare e  subire un lungo e umiliante processo. 

La violenza che ha subito la cambierà la vita per sempre tanto che durate  il processo e gli anni successivi Artemisia da vittima divenne donna dai  facili costumi.  

Nelle opere realizzate post-processo lei inizia a raffigurare Donne, con la  D maiuscola. Delle vere e proprie eroine di sé stesse. 

Tassi (l’amico del padre) viene processato un anno dopo l’accaduto e  costretto ad abbandonare la città, così anche Artemisia sceglie di  cambiare posto, per cominciare una nuova vita, senza abbandonare la sua  passione. 

Si sposta a Firenze come primo luogo di cambiamento, dove venne  ammessa alla Accademia delle arti del disegno (prima donna a venir  ammessa in una scuola d’arte) e, sempre a Firenze inizia a realizzare un  ciclo di opere dedicate a donne coraggiose, determinate e dedite al 

sacrificio come le eroine bibliche. Per citarne uno in questo caso il quadro  celebre dell’artista: Giuditta che decapita Oloferne 1612-1613. In questo quadro sembra che abbia raffigurato la vendetta su Tassi.  Ponendo la luce in modo incriminatorio sul corpo del decapitato,  aumentandone la drammaticità. Questo quadro divenne col tempo  un’icona, un simbolo, una condanna pittorica agli abusi, le violenze  verbali e fisiche le donne sono soggette a subire e inoltre l’episodio le ha  permesso di esorcizzare l’accaduto e raccontarci la sua tremenda vicenda.  Dopo qualche viaggio in giro per l’Italia decise di raggiungere il padre a  Londra nel 1638 presso la corte di Carlo I, iniziano così un progetto in cui  padre e figlia si ritrovano a collaborare. Questo progetto termina alla  morte del padre avvenuta un anno dopo l’arrivo di Artemisia.  La giovane artista morirà nel 1653 lasciando una quantità di opere  dall’inestimabile valore. 

Lascia anche il segno toccando la società odierna in quanto non si può  rinchiudere il talento in convenzioni sociali che servono solo a reprimere  sé stessi.  

Suo padre azzardava a dire che il talento di Artemisia era così unico che  non aveva rivali. Un padre sa il valore che ha un figlio ancor prima che gli  altri lo scoprano. 

Viola Guazzi

Supernews

Il giorno dopo il Blue Monday

Tralasciamo il fatto che il cosiddetto “Blue Monday” (il lunedì più triste dell’anno secondo quanto si potrebbe desumere da operazioni matematiche fasulle) sia una stupidaggine fantascientifica.

Tralasciamo questo fatto per concentrarci sulla giornata di oggi, il giorno dopo il “Blue Monday”, e su quanto questa giornata abbia da insegnarci.

Già, perché se il “Blue Monday” ci insegna che nella vita ci saranno sempre dei momenti tristi, il giorno dopo il “Blue Monday” ci ricorda che la tempesta non è infinita e che dopo le nuvole e le saette il cielo può tornare sereno.

Per alcuni il proprio “Blue Monday” dura poco, per altri dura mesi, per altri ancora anni.

Quando viviamo il nostro “Blue Monday” ci dimentichiamo troppo facilmente che dopo il blu c’è sempre un altro colore, come, ad esempio, il giallo, l’allegria.

Tutti viviamo momenti blu, ma l’importante è tenere sempre un barattolino con della vernice verde di speranza.

Francesco Natale

Cinema, TV

Al via il premio MATTADOR per giovani talenti della sceneggiatura

Si è aperto il 14° Premio Internazionale per la Sceneggiatura MATTADOR dedicato a Matteo Caenazzo e rivolto a giovani autori italiani e stranieri dai 16 ai 30 anni.

Il Premio, ideato e promosso dall’Associazione Culturale MATTADOR, è nato con l’intento di fare emergere e valorizzare nuovi talenti che scelgono di avvicinarsi a un percorso professionale e artistico nell’ambito della scrittura cinematografica. Negli anni il Premio ha raggiunto una consolidata affidabilità che lo ha reso punto di riferimento nel settore del cinema e per le case di produzione in cerca di giovani autori. Conferma ne sono i risultati conseguiti dai vincitori delle varie edizioni che si sono affermati nel campo della sceneggiatura.

Le quattro sezioni e i relativi premi per il Concorso 2022/2023 sono:
● Premio MATTADOR alla migliore sceneggiatura per lungometraggio: 5.000 euro.
● Premio MATTADOR al miglior soggetto: 1.500 euro. I finalisti al miglior soggetto, premiati con una Borsa di formazione, sono accompagnati da sceneggiatori professionisti in un percorso di sviluppo dei loro soggetti. Alla fine del percorso formativo, il miglior lavoro di sviluppo riceve il premio di 1.500 euro.
● Premio MATTADOR Series al miglior progetto di serie TV: 1.000 euro. I finalisti, premiati con una Borsa di formazione, sono accompagnati da sceneggiatori professionisti in un percorso di sviluppo dei loro progetti. Alla fine del percorso formativo, il miglior lavoro di sviluppo riceve il premio di 1.000 euro.
● Premio DOLLY “Illustrare il cinema” alla migliore storia raccontata per immagini. Il vincitore, premiato con una Borsa di formazione, è accompagnato da tutor professionisti in un percorso di sviluppo della propria storia, con l’elaborazione di un dossier completo di presentazione di un progetto filmico o di animazione. Alla fine del percorso formativo, in base al risultato del tirocinio, può venire assegnato un ulteriore premio di 1.000 euro.

Informazioni sulla sezione DOLLY sono disponibili al link https://www.premiomattador.it/dolly/
Il regolamento DOLLY 2022/2023 è disponibile sul sito https://www.premiomattador.it/regolamento-dolly-2023/


Dall’edizione 2022/2023 la sezione Premio CORTO86 alla migliore sceneggiatura per cortometraggio diventa biennale e il relativo Bando di Concorso uscirà nella Quindicesima edizione.

Il bando di concorso e i regolamenti del 14° Premio Mattador sono disponibili sul sito https://www.premiomattador.it/

La consegna dei lavori è fissata dal 15 febbraio al 15 aprile 2023 attraverso la piattaforma https://iscrizioni.premiomattador.it

Redazione Supercultura

Musica

Morta la leggenda della chitarra rock. La scomparsa di Beck ha fatto piangere fan e artisti di tutto il mondo

Si è spento il 10 gennaio 2023 Jeff Beck, uno dei chitarristi rock più influenti degli anni sessanta e settanta, tra i più importanti per l’evoluzione della chitarra moderna. 

Classificato dalla rivista Rolling Stone quinto nella lista dei 100 migliori chitarristi e inserito nella  Rock and Roll Hall of Fame nel 2009.

“Il guerriero delle sei corde non è più tra noi per farci ammirare l’incantesimo che sapeva lanciare alle nostre emozioni mortali, Jeff incarnava la musica dell’etereo. La sua tecnica era unica e la sua immaginazione apparentemente senza limite. Mancherai a me e a milioni di fan”. Scrive Jimmy Page, ex membro dei Led Zeppelin, con cui Beck ha condiviso il ruolo di chitarrista quando entrambi facevano parte degli Yardbirds.

In 60 anni di carriera, tra anni trascorsi in band e altri trascorsi da solista, ha condiviso il palco con i più importanti musicisti del suo tempo, come Jon Bon Jovi, Brian May, Roger Waters, Ozzy Osbourne e tanti altri. 

Definito “il chitarrista dei chitarristi”, Beck aveva persino assicurato le sue dita per 10 milioni di dollari (un milione per dito).

Fu uno dei più grandi innovatori e sperimentatori del suo campo, passando dall’hard  rock al fusion, dall’heavy metal al blues. 

“Non mi importano le regole.” Disse Jeff. “Infatti, se non le infrango almeno dieci volte in ogni canzone, so di non star facendo il mio lavoro correttamente.” 

La sua ultima opera nel 2022 fu un album insieme all’attore e musicista Johnny Depp, che venne promosso con vari concerti assieme. 

La sua recente morte, dovuta a una meningite batterica, ha stravolto i fan di tutto il mondo.

Chiara Caselli

Festival, Musica, TV

Sanremo 2023, Paola Egonu e Chiara Francini co-conduttrici. Black Eyed Peas super-ospiti

È stato ufficialmente completato il cast artistico di Sanremo 2023 al via il 7 febbraio.

Il conduttore e direttore artistico Amadeus ha annunciato al TG1 che la pallavolista italiana Paola Egonu e l’attrice Chiara Francini, saranno al suo fianco nella terza e nella quarta serata del Festival (rispettivamente il giovedì e il venerdì) nella veste di co-conduttrici.

Chiara Ferragni salirà sul palco del Teatro Ariston il martedì e nella serata finale, mentre Francesca Fagnani lo farà mercoledì.

Durante il Tg1 Amadeus ha anche svelato un altro ospite musicale: il gruppo californiano Black Eyed Peas che si esibirà mercoledì 8 febbraio e va ad arricchire il cast di presenze che prevede, durante la stessa serata, l’esibizione storica e inedita del trio composto da Albano, Massimo Ranieri e Morandi, quest’ultimo co-conduttore per tutte le serate del Festival.

Francesco Natale

Supernews

La cultura è giovane

Cari lettori,

nasce oggi il blog “Supercultura”. Questo nuovo progetto nasce con una missione: diffondere cultura. Si tratta di un’impresa ardua, specialmente nella società odierna.

Per diffondere cultura sono convinto che occorra partire dai giovani e investire sulle nuove tecnologie. Per questo “Supercultura” è un blog realizzato interamente dai ragazzi.

I ragazzi hanno lo sguardo dritto sul futuro e chi non investe sui giovani non vuole bene al domani.

“Supercultura” non si arrende davanti a chi dice che il mondo andrà sempre più degradandosi. “Supercultura” vuole costruire un futuro e un presente fatto di bellezza.

Questo portale è una finestra aperta sul mondo.

“Supercultura” è fatto da giovani che conoscono il fuoco della passione e che lo vogliono continuare ad alimentare.

Non spegnete mai il vostro fuoco interiore e ricordatevi che la cultura è giovane.

Francesco Natale